Dall'UE nuova minaccia alle imprese.




Savona. Apprendo che il Consiglio UE propone un nuovo meccanismo stragiudiziale di escussione – per i crediti deteriorati nei confronti delle imprese – mirante quindi ad escludere il coinvolgimento del Tribunale: a fine novembre gli ambasciatori avrebbero approvato la posizione del Consiglio.

Appare evidente, che se da un lato la procedura potrebbe portare ad uno snellimento per banche e tribunali, dall'altro, la parte più debole, ovvero le imprese, si vedrebbero venir meno la tutela di un organo terzo.

Il procedimento proposto per l'escussione accelerata prevede che l'accordo sia stipulato anticipatamente tra la banca e l'impresa, come se ciò bastasse a garantire quest'ultima, in una miope presunzione di simmetria tra le parti, cosa assurda per chiunque abbia toccato con mano, almeno una volta, il mondo reale.

Quanto sopra appare più allarmante alla luce di alcuni fatti che hanno toccato ed inciso profondamente il territorio ligure e non solo, e che hanno evidenziato l'arbitrarietà di istituti  di credito nel concedere finanziamenti a talune aziende, in maniera poco ortodossa, finendo col perderci, laddove ad altre, più piccole o prive di relazioni, venivano richieste firme e collaterali a spron battuto.

E' evidente, che nella piaga dei crediti deteriorati ci sia una corresponsabilità delle banche, spesso celantesi dietro i criteri di Basilea per il rating, ma sostanzialmente ormai sempre meno proclive e capaci di una adeguata approfondita analisi di primo livello, in grado di discernere gli imprenditori, dagli speculatori, evitando in tal modo un maggiore accollo di rischio ed un portafoglio immobili colmo, immobilizzato ed in continuo deterioramento.

Ma non è tutto, il rapporto di mera transazione intrattenuto con la banca affidante è sovente all'origine di veri e propri danni cagionati da quest'ultima che, dopo aver imposto soluzioni superficiali al cliente, gli intima il rientro immediato o, peggio, lo segnala all'uopo di non perderlo. Per quanto afferente l'indicazione di sofferenza, usata un po' troppo disinvoltamente dalle banche, è più che opportuno sapere che tale segnalazione è illegittima, se compiuta antecedentemente, ovvero in assenza di una valutazione della complessiva situazione patrimoniale del cliente che coinvolga tutti i suoi rapporti con il circuito bancario e dunque della natura realmente non transitoria della difficoltà che ha determinato la sofferenza: a ricordarcelo è proprio una sentenza del Tribunale di Savona - Procedimento cautelare n. 1139 del 03 aprile 2002, G.U. dott. Caneparo – che esplicita “La mancanza dei requisiti richiesti per la segnalazione nella categoria di censimento del rischio indicata come “sofferenze”, rende certamente illegittima tale segnalazione, oltre che lesiva del diritto dell’imprenditore all’immagine e alla reputazione”sentenza che ha ridato dignità agli imprenditori, segnando uno spartiacque tra una situazione di difficoltà temporanea ed un'appostazione di “sofferenza”, senza neppure la previa valutazione intermedia di “incaglio”.

Bene, ciò premesso, credo si debba fare attenzione – laddove vi sia ancora spazio di manovra possibile – prima di recepire un tale indirizzo: l'Italia e la Liguria in particolare è ricca di imprese a forte connotazione familiare, soprattutto nelle micro, non capitalizzate che si sostengono di tenacia, fatica e risorse familiari sia dal punto di vista umano, sia da quello finanziario. Imprese, ma soprattutto persone che rendono grande ogni giorno questo Paese, con l'orgoglio di chi sa fare il proprio mestiere, con la forza della speranza e della fiducia in chi dovrebbe tutelarli, ma ancora una volta questa Europa tecnocratica si dimostra non essere l'Europa dei Popoli sognata dai Padri fondatori, bensì quella matrigna degli speculatori finanziari, che hanno mercificato la persona derubricandola alla sua mera utilità.

Silvana M. Ramorino
Responsabile CulturaIdentità Savona
1000 Patrie Liguria

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