FAMIGLIA. Simona Saccone: in nome della libertà (di abortire) si sceglie solo ciò a cui rinunciare


 
Genova. “ Chi continua a propugnare l'aborto come una libertà della donna non ne ha mai viste nei
corridoi degli ospedali: chi compie una scelta spontanea e ponderata non ha il volto triste, gli occhi
spalancati dalla paura , la postura di chi si sente schiacciato oppresso, solo. Io ne ho viste donne così e non solo giovanissime, che guardavano intorno spaurite, quasi a cercare un consiglio, donne che prenotavano un' interruzione di gravidanza, per poi scappare piangendo dall'ospedale. Ebbene che libertà c'è in tutto questo?” A parlare è Simona Saccone coordinatrice regionale del dipartimento equità sociale e disabilità di Fratelli d'Italia, già responsabile regionale politiche sociali UGL

“Non si è liberi perché si sceglie, ma si sceglie perché –  e quando – si è liberi, ovvero si hanno alternative, si ha il tempo di pensare senza essere oppresse dai problemi, dal ricatto del lavoro, della povertà, della paura e potrei continuare ..La posizione di FDI, o meglio la proposta di legge presentata in Regione Liguria,   non   è,   come   molti   imputano,   un   arretramento   nell'emancipazione   femminile, un obbligo a fare od a non fare qualcosa, al contrario vuole essere uno strumento di sostegno e di accompagnamento per persone che in quel momento si vedono davanti ad un bivio. Chi pensa di derubricare la complessità della vita umana ad una legge, lavandosi poi di fatto le mani dalle difficoltà in cui le donne si trovano quotidianamente, dovrebbe avere la coerenza di dismettere i panni eroici del difensore della libertà femminile, scendere dal piedistallo e guardare in faccia il dolore.”

“Con la strenue ed aprioristica difesa dei diritti individuali- Prosegue Simona Saccone - è stato fatto
a pezzi l'Essere Umano che non merita più d'essere difeso in quanto tale, ma solo se appartenente ad una categoria ben definita, proprio come i fallimentari ristori con i codici ateco . La persona deve ritornare ad essere considerata nella sua integrità: senza questa non vi può essere dignità e vale per tutti, senza distinzione di sesso, orientamento, credo religioso,etnia. “

“Noi dobbiamo dare scelte, speranza,dignità alle donne affinché scelgano liberamente, affinché possano sperare in un domani che contempli lavoro e famiglia, che non le lasci sole sotto il peso di dover occuparsi di familiari anziani e/o disabili: questo sì che è arretramento! La donna se deve poter essere libera di abortire, a maggior ragione lo deve essere se e quando vuole diventare madre, ma nessun difensore dell'aborto ha mai definito esecrabili le difficoltà che incontra  in questi casi, nessuno stigmatizza ad esempio, ad un colloquio di lavoro, il chiedere ad una donna se sia incinta od abbia in previsione di esserlo. La vera solidarietà inizia dalla famiglia, dalla mutualità che in essa nasce e si sviluppa protendendosi al di fuori: se noi derubrichiamo l'Essere Donna ad una mera opzione legale condanneremo per sempre la nostra società  della quale già oggi vediamo il depauperamento "

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