Simona Saccone Tinelli. Lettera aperta: " Piano di ripresa e resilienza savonese"

 



Questa vuole essere una lettera autocritica, perché come consigliere uscente, per onestà intellettuale non si può dire sia andato tutto bene, lo sappiamo, non è così.

Al netto di sterili strumentalizzazioni di parte e di superflue polemiche, da semplice cittadina mi vien da chiedersi quale futuro per Savona? Pleonastico elencare quanti e quali risposte trite di retorica siano possibili, soprattutto in epoca di campagna elettorale, ma cos'altro? 

Quando sentiamo dire dalla politica : "rimettiamo la persona al centro", quanto c'è di sostanza? Chi proferisce queste parole sfiora per un attimo col pensiero un ragazzo che s'inebria un po' troppo spesso con alcool, sostanze varie o perde la cognizione del tempo davanti ad un gioco? Viene in mente un disoccupato preso nella morsa della ludopatia che fa indebitare i genitori pensionati? Capita di pensare a chi deve fare il saltimbanco per conciliare lavoro, assistenza agli anziani, vita propria quando gliene resta una? Ci si sofferma a pensare che talvolta togliere un figlio ad un genitore è il fallimento del sistema, non del genitore a cui s'è sottratto?

Si pensa ai cosiddetti neet - i giovani che non studiano, non lavorano -come ad un problema per la società, senza pensare che un giovane nasce con la curiosità e l'entusiasmo: se l'ha persa è perché è questa società che è un problema.

Certo un ente pubblico non può da solo sistemare tutto, ma ricordarsi che dietro un'insegna spenta non ci sono solo motivi economici, che il disagio è un poliedro complesso, questo sì, bisogna farlo sempre. La ripresa di un territorio parte dalla resilienza delle persone che lo vivono: io auguro a Savona che le persone che ho incontrato, l'entusiasmo, l'impegno che ho toccato con mano possano vincere sul dolore e sulle logiche solipsistiche delle eterne corse al potere.

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